Robotica e società

 

La società robotizzata

La robotica è un settore a cui prestare molta attenzione, perché sarà sempre più presente all’interno della società sia per il lavoro, sia per la formazione, sia per il tempo libero. Il mondo del cinema ha da anni tracciato una strada riuscendo forse a influenzare  le prospettive degli studiosi e dei ricercatori in questo campo. E’ certo che i robot avranno un forte impatto sulla società e che forse qualche immaginario avvenieristico contemplato dall’industria cinematografica si avveri.

Tre questioni si delineano parlando di sviluppo della robotica: una questione etica, di design e di formazione. Per progettare macchine utili all’uomo è importante che i futuri scienziati siano educati al rispetto dell’essere umano. Il design, soprattutto quello italiano saranno molto utili in fase progettazione e interazione per rendere "estetica" anche la macchina.
La terza questione, ma non meno importante, è la formazione: è necessario che i cittadini siano formati per  usare la nuova tecnologia per creare e non per diventare soggetti passivi e "controllati", come successe con l'informatica negli anni '70. Quello che serve oggi sono persone giovani capaci di interagire con le macchine, di costruirle e programmarle, e soprattutto di preservare il ruolo dell’essere umano affinché la società non diventi una società delle macchine, ma le macchine siano funzionali e utili all’uomo.

Italia, Piemonte e robotica

La robotica industriale e di servizio in Italia trova ampio spazio e vanta un tradizione di eccellenza:la SIRI, società italiana degli operatori del settore robotica, nasce nel 1975 ed è la seconda a livello mondiale. Molte aziende piemontesi  solo dopo un decennio dalla nascita di questo settore, (anni 60, negli Usa) cominciarono la loro attività: La Comau, Olivetti, Dea etc… .. In Piemonte sono collocate oltre 250 imprese nel settore per circa 2,5 miliardi di fatturato (circa il 54% del fatturato totale nazionale) e 12000 addetti (circa il 44% del totale nazionale).

L’Italia è seconda solo alla Germania nei paesi europei, per quanto riguarda l’uso di dispositivi robotizzati all’interno dei processi industriali. L’Italia dunque, è in particolar modo l’area piemontese e torinese, possono candidarsi alla guida dell’Europa per  il settore della robotica ma per farlo è necessario che avvengano dei cambiamenti nella società, coinvolgendo alcuni istituzioni del mondo industriale ma anche enti legati al mondo della formazione come Università e scuole. Il sistema formativo infatti deve attrezzarsi per questa sfida, arricchendosi di nuovi saperi con laboratori predisposti e un corpo docente aggiornato secondo l’evoluzione tecnologica.