Com'è strutturata la comunicazione
Gregory Bateson, Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson ed altri illustri esponenti della scuola di Palo Alto, elaborarono intorno agli anni Sessanta una teoria relativa alla funzione pragmatica della comunicazione a partire dalla loro esperienza sul campo. In pratica quello che intendevano affermare aveva a che fare con la capacità di provocare degli eventi nei contesti di vita attraverso l’esperienza comunicativa, intesa sia nella sua forma verbale che in quella non-verbale.
Basandosi sul concetto di retroazione (cybernetica), possiamo partire dall'assioma che in qualsiasi sistema interpersonale e relazionale (gruppo di lavoro, famiglia ...), ogni individuo influenza gli altri con il proprio comportamento ed è a sua volta influenzato dal comportamento altrui. La tendenza al cambiamento o il mantenimento dello "stato delle cose" sono determinati dai circuiti di retroazione:l’informazione in ingresso può venire così amplificata (retroazione positiva) e determinare un cambiamento nel sistema, o può venire neutralizzata (retroazione negativa) e non modificare lo stato del sistema.
I cinque assiomi della comunicazione umana sono questi:
1. È impossibile non comunicare
Qualsiasi comportamento, in un sistema relazionale, è una forma di comunicazione.In pratica non possiamo esimerci dal compiere un comportamento (non esiste il non-comportamento) con la conseguenza che questo sarà interpretato dalle persone all'interno del nostro sistema relazionale: ha quindi un significato ed è per questo portatore di un messaggio.
La comunicazione può quindi essere anche inconscia, non volontaria e a volte inefficace.
Comportamenti come il silenzio o l'indifferenza sono comunque comportamenti e verranno interpretati. Fanno parte della comunicazione e implicheranno un'interazione, una risposta da parte delle altre persone coinvolte.
2. I livelli comunicativi di contenuto e relazione
La comunicazione ha in sè un aspetto di "metacomunicazione" che rispecchia il rapporto fra i due comunicanti. Un individuo che proferisce un ordine non solo esprime il contenuto ma anche la relazione che intercorre fra i due, in questo caso specifico quella fra superiore e subordinato.
Si è espresso in questi termini soprattutto Bateson che appunto rivolge la sua attenzione ai due livelli di comunicazione: non solo contenuto, ma anche relazione. Il ricevente quindi accoglie sia il contenuto del messaggio sia l'aspetto metacomunicativo che definisce un modello relazionale.
L’aspetto di relazione di una comunicazione è definito dai termini in cui si presenta la comunicazione stessa, ed è determinata anche dalla sua parte non verbale e dal contesto. Evidenziare l'aspetto relazione della comunicazione è molto importante perché nel definire la relazione fra i due comunicanti, questi definiscono anche loro stessi. Partecipare alla comunicazione significa sviluppare la consapevolezza del proprio Sé.
3. La punteggiatura della sequenza di eventi
Il tipo di relazione che si instaura fra i comunicanti dipende anche dalla punteggiatura delle sequenze dei loro scambi comunica-tivi. Questa tende a differenziare la relazione tra gli individui coinvolti nell’interazione e a definire i loro rispettivi ruoli.
Quando parliamo di punteggiatura non ci riferiamo ai segni di interpunzione ma alle diverse interpretazioni che un evento comunicativo può avere. Ogni persona può infatti interpretare un evento in maniera diversa e questo è dettato dal suo punto di vista e dalla relazione con il suo interlocutore. E' ovvio che cambiando la punteggiatura cambia anche il significato della relazione e della comunicazione.
4. Comunicazione numerica e analogica
Comunichiamo utilizzando due livelli della comunicazione: uno è quello numerico, l'altro è analogico.
Quando comunichiamo con le immagini per es. utilizziamo quello analogico che comprende anche tutta la comunicazione non verbale. Quando usiamo le parole usiamo il modello numerico.
5. L’interazione complementare e simmetrica
Questo assioma si riferisce al tipo di relazione che instauriamo che può essere basata sull'uguaglianza o sulla differenza. Nella prima accezione la relazione si considera simmetrica in cui i partecipanti si rispecchiano a vicenda (es. dirigente-dirigente). Nella seconda accezione ci riferiamo a quelle relazioni che sono considerate complementari, in cui il comportamento di uno dei comunicanti completa quello dell'altro (es. dirigente-dipendente).
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